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100 anni del Primo Congresso Alpinistico Regionale Abruzzese del Club Alpino Italiano. La sfida culturale e sociale del Cai ripercorrendo  quanto accaduto 20 – 30 – 40 – 100 anni fa.

100 anni del Primo Congresso Alpinistico Regionale Abruzzese del Club Alpino Italiano
La sfida culturale e sociale del Cai ripercorrendo  quanto accaduto 20 – 30 – 40 – 100 anni fa.
L’impegno ambientale con i Parchi, la Regione e il multiforme sistema delle Aree Protette

Ebbene sì mi sono sbagliato. In tutta sincerità avevo pensato che il 2020 potesse essere un anno dalle grandi avventure, con la possibilità di svolgere significative attività in ambiente. L’inizio era stato promettente con il passaggio delle consegne alla CCTAM 2020-22. Da subito diversi appuntamenti e tra questi la giornata nazionale per le zone umide con la manifestazione interregionale del Cai Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo, a tutela dei Pantani di Accumoli (singolare area SIC d’Appennino, minacciata dalla costruzione di un improvvido e inutile Rifugio in quota). E poi il completamento funzionale della Casa della Montagna ad Amatrice. Ma ecco, inaspettato, il buio, il nulla che ci ha portato il coronavirus, diffuso ovunque a pandemia.

I potenti simboli del 2021: 20 – 30 – 40 – 100 anni fa
La forzata pausa del confinamento mi ha portato a comprendere quanto invece fosse carico di simboli il 2021.

Nel 2001 era intensa l’attività del Centro di Educazione Ambientale “gli Aquilotti” del Cai Abruzzo e la sua fase di dialogo e incontro con il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga che, concedendo l’uso dei locali del Museo dell’Alpinismo a Pietracamela, ne consentì la costituzione, riconosciuta dalla Regione Abruzzo.

Ci sono i 30 anni della Legge Quadro 394 del 91 sulle aree protette (del 6 dicembre). Provvedimento che ha saputo dare corpo  e senso al Sistema nazionale delle Aree Protette d’Italia (attualmente sono 25 i Parchi nazionali, considerando anche il Parco del Gennargentu)

Ma prima ancora i 30 anni della Riserva  comunale Corno Grande di Pietracamela di 2200 ha (istituita il 1 marzo 1991), affidata in gestione al Cai. Grazie a questo lembo di territorio montano tutelato prese il via il riuscito progetto di reintroduzione del Camoscio d’Abruzzo sul Gran Sasso d’Italia (felicemente esteso alle altre montagne d’Appennino). Il paese di Pietracamela, tra borghi più belli d’Italia, arroccato in montagna come un nido d’aquile diventò la porta teramana di accesso alla riserva che contava la presenza di ben tre rifugi del Cai con il Franchetti, il Duca degli Abruzzi e lo storico rifugio Garibaldi il primo sul Gran Sasso, del 1886.

Cambiando scenario, alla scoperta escursionistica del territorio ci pensano i 30 anni del Trekking Aprutino voluto dal Cai Teramo per festeggiare la nascita del Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga, con territori da esplorare sulle 11 suggestive tappe proposte.

Ma, per tutti i soci CAI, ecco i 40 anni della prima approvazione del Bidecalogo Cai, voluto nel 1981, dai delegati riuniti in Assemblea a Brescia. Documento centrale in ogni occasione informativa, educativa, formativa e di progetto del Cai (riattualizzato, con nuova stesura il 2013, nel 150° di fondazione del Cai).

Il centenario appuntamento storico d’Abruzzo é il Primo Congresso Alpinistico Regionale Abruzzese
tra le Sezioni di Aquila, Chieti, Isola del Gran Sasso e Teramo, tenutosi in Caramanico e Palena , nei giorni 19 e 20 Settembre 1921, con 52 soci partecipanti. Il seggio di presidenza fu composto dal Sindaco di Caramanico e dai Presidenti delle quattro Sezioni Cai, con tanti riconoscimenti esterni giunti a ribadire il valore sociale dell’appuntamento. Le decisioni prese, lungimiranti e condivise, mostrano una stringente attualità, con le Sezioni unite in consorzio per risolvere i problemi della costruzione dei rifugi Alpini e della viabilità montana realizzando mulattiere, del miglioramento dell’accoglienza di piccoli alberghi (in via temporanea organizzando attendamenti), per rendere popolare l’avvicinamento alla montagna favorendo l’iscrizione degli operai e, infine, pubblicare una guida che illustri le montagne d’Abruzzo e i borghi più pittoreschi (già 100 anni fa era più che chiaro il legame tra territori e genti di montagna).

La montagna unisce e la Maiella lo ha confermato, con la traversata del 20 settembre 1921 che ha unito Caramanico e Palena, paesi sui due versanti del massiccio montuoso. 33 congressisti sono saliti in notturna al Monte Amaro, per poi ridiscendere dal Vallone di Taranta e visitare la Grotta del Cavallone. Il congresso, iniziato a Caramanico è terminato a Palena, con grande soddisfazione di tutti i partecipanti, che hanno confermato di rivedersi l’anno dopo, stabilendo come sede Teramo, Isola del Gran Sasso e Pietracamela.

Dal 1921 al 2021 con il nuovo Gruppo Cai Abruzzo
Per celebrare la caratteristica itinerante del CAI, da monte a monte, quale migliore occasione del completamento funzionale del Sentiero Italia Cai, ricordando che nel 1991, sempre 30 anni fa, fervevano i lavori dell’ingegner Bernardino Romano (Cai L’Aquila) per descrivere proprio le tappe del Sentiero Italia Cai  (illustrato pubblicamente con Convegno nel 1992) e si stampavano i primi documenti nazionali sull’armonizzazione della segnaletica dei sentieri, sulla pratica dell’escursionismo e sulla frequentazione consapevole e sicura della montagna.

In vista del rinnovo del Gruppo regionale Cai d’Abruzzo e delle prossime votazioni è importante fare tesoro delle nostre radici e ripercorrere segmenti di storia. Essere a capo del Cai Abruzzo comporta responsabilità e impegno con attenzione agli aspetti storici e culturali della nostra associazione. Le scelte future, sempre più aperte al sociale e alla qualità della vita, si costruiscono per la Montagna e in Montagna, con il concorso di soci e sezioni, così come utilmente indicato dal Primo Congresso Alpinistico Regionale del Cai, nel lontano 1921.

Mi sento di riproporre la stampa, in copia anastatica delle 21 pagg. della Relazione del Primo Congresso Cai d’Abruzzo del 1921 e il recupero digitale del complesso lavoro, svolto nel 1991 dall’ing. Bernardino Romano sul Sentiero Italia Cai su incarico del Gruppo Regionale Cai (interfacciato con il Sistema dei Parchi d’Abruzzo e che già poneva attenzione al valore della Rete Escursionistica quale indispensabile infrastruttura verde della Montagna).

Cultura, conoscenza e tutela non sono merci.
Alcuni beni hanno un prezzo, ma tanti altri, come acqua, aria e suolo hanno un valore. In Montagna ci attendono bellezza e risorse da conservare per qualità della vita e futuro.Sono irrinunciabili gli obiettivi che coniugano tutela ed ecosotenibilità nelle voci:ambiente, società, economia e cultura.

È necessario guardare ai giovani e alle nuove generazioni.
Abbiamo come riferimento il Bidecalogo e gli altri documenti statutari contenenti le linee di indirizzo e di autoregolamentazione in materia di ambiente, tutela del paesaggio e frequentazione della Montagna. Tutto questo conferma la persistente sfida culturale e sociale del Cai, condotta con orgoglio, sia all’interno, che all’esterno del Sodalizio

2020-06-15 (filidido) Giornalista
– Centro di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del Cai Abruzzo – CD Federparchi